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Composizione cinematica delle rotazioni e degli spostamentiPrima di affrontare questo argomento, assicurati di aver chiare le nozioni di: componenti assolute di spostamento generalizzato, componenti relative di spostamento generalizzato, deformabilità assiale, deformabilità flessionale, deformabilità tagliante, ipotesi di piccoli spostamenti, principio di sovrapposizione degli effetti. |
Fig. 1
In riferimento a due generiche sezioni H e K (Fig. 1), le componenti di spostamento generalizzato (traslazione verticale, v, traslazione orizzontale, w, rotazione, j) della sezione K possono essere determinate in funzione delle componenti di spostamento generalizzato della sezione H.
Adottando il sistema di riferimento cartesiano ortogonale estrinseco con origine nell’estremo H, asse z disteso lungo la retta HK e orientato da H verso K, asse y ruotato rispetto all’asse z di un angolo orario di p/2 , le relazioni tra le componenti di spostamento in H (note) e K (incognite), nell'ambito della validità dell'ipotesi di piccoli spostamenti, sono le seguenti (il sistema di riferimento è estrinseco quando la sua posizione non varia con la deformazione del corpo: H si porta in H' ma l'origine del sistema rimane in H):
essendo
vH lo spostamento assoluto lungo l'asse y della sezione H (positivo se concorde con il verso positivo di y);
lHK la distanza tra H e K;
DvHK lo spostamento relativo lungo y di K rispetto a H, dovuto alla deformazione elastica dell'asta (se si trascura la deformabilità tagliante, tale spostamento relativo elastico è dovuto alla sola deformabilità flessionale) e alle deformazioni per distorsioni termiche a farfalla.
wH lo spostamento assoluto lungo l'asse z della sezione H (positivo se concorde con il verso positivo di z);
DwHK lo spostamento relativo lungo z di K rispetto a H, dovuto alla deformazione elastica (assiale) dell'asta e alle deformazioni per distorsioni termiche uniformi;
jH la rotazione assoluta di H;
la
rotazione relativa tra le sezioni H e K, dovuta alla
deformazione elastica flessionale e alle deformazioni per distorsioni termiche a
farfalla.
Gli spostamenti relativi DvHK si intendono positivi se tendono a far aumentare la distanza relativa lungo y di K rispetto a H. Analogamente, gli spostamenti relativi DwHK si intendono positivi se tendono a far aumentare la distanza relativa lungo x di K rispetto a H. Le rotazioni relative DjHK e assolute jH si intendono positive se orarie.
Dalla prima relazione, si ricava lo spostamento verticale di K rispetto a H e nella forma:
Allo stesso modo, per lo spostamento orizzontale di K rispetto a H e la rotazione relativa tra H e K si ricava:
Si osservi come, applicando più volte la composizione cinematica delle rotazioni e degli spostamenti, sia possibile esprimere le componenti di spostamento assoluto di un nodo in funzione delle componenti di spostamento assoluto e relativo dei nodi che precedono. Di conseguenza, è sempre possibile esprimere le componenti di spostamento assoluto cercate in funzione delle componenti di spostamento di un nodo vincolato (note dalle condizioni cinematiche imposte dal vincolo).
Fig. 2
Per determinare la componente di spostamento assoluto verticale, vC, del nodo C in Fig. 2, si osservi come il momento flettente M sia identicamente nullo su tutte le sezioni comprese tra B e C. Dunque, anche la curvatura del tronco BC, legata al momento flettente dalla relazione:
,
è nulla per tutte le sezioni comprese
tra B e C. Ne segue che il tronco BC ammette solo componenti di spostamento per
atto di moto rigido di rototraslazione, che sono uguali alle componenti di
spostamento del nodo B, inteso appartenente al tronco AB. Perciò, è possibile
calcolare le componenti di spostamento di C
in funzione delle componenti di spostamento
assoluto
e
relativo
in B (vB,
jB,
DvBC) del tronco AB, che è una mensola incastrata in
A e soggetta in
B alla coppia esterna
.
La rotazione in B del tronco AB, pertanto, si deduce dallo schema elementare a mensola con coppia concentrata all'estremo libero:
e, per quanto detto, è uguale alla rotazione rigida del tronco BC.
Come mostrato nelle Generalità, lo spostamento verticale di C è somma di tre contributi:
Per composizione cinematica delle rotazioni e degli spostamenti, la somma dei tre contributi fornisce:
.
Anche nel caso della struttura in Fig. 3, lo spostamento verticale assoluto in C, vC, può essere calcolato in funzione delle componenti di spostamento assoluto e relativo del nodo che precede il nodo C, il nodo B (vB, jB, DvBC):
,
Fig. 3
dove la rotazione assoluta jB è stata calcolata in funzione delle componenti di spostamento assoluto e relativo del nodo che precede il nodo B, il nodo A (vA, DjAB):
ricordando che, per le condizioni cinematiche del vincolo in A (incastro perfetto), deve essere jA = 0.
Per il calcolo di DjAB, invece, ci si è ricondotti alla rotazione dell’estremo libero dello schema elementare a mensola in Fig. 4.A, sollecitato dalle azioni X e Xl trasmesse al nodo B dalla porzione di struttura soppressa (tronco BC). Ne segue:
.
Fig. 4
In alternativa, per valutare lo spostamento in C causato dalla forza concentrata X si può pensare di aggiungere nel nodo B un sistema autoequilibrato di forze, come mostrato in Fig. 5.
Fig. 5
Per il principio di sovrapposizione degli effetti, è possibile suddividere il sistema di forze in Fig. 5 in due sottoinsiemi complementari di forze, studiare il telaio ABC caricato, la prima volta, dal primo sottoinsieme di forze e, la seconda volta, dal secondo sottoinsieme di forze e, infine, calcolare lo spostamento verticale in C sommando gli spostamenti in C conseguenti ai due sottoinsiemi, studiati separatamente.
Fig. 6
Fig. 7
Scegliendo di suddividere il sistema di forze in Fig. 5 nei due sottoinsiemi complementari mostrati in Fig. 6 e 7, Il tronco BC in Fig. 6 si comporta come una mensola incastrata in B. Infatti la forza e la coppia applicate in B sono uguali alle reazioni di incastro di una mensola BC con forza concentrata X all'estremo libero C. Dunque, lo spostamento verticale assoluto di C per il sottoinsieme di forze in Fig. 6, uguale allo spostamento verticale relativo di C rispetto a B per deformazione elastica, risulta uguale a (spostamenti verticali positivi se diretti verso il basso):
.
Il tronco AB in Fig. 7 è una mensola incastrata in A, sollecitata da una coppia (Xl) e da una forza (X) concentrate. Se si trascura la deformabilità assiale di AB, X non produce alcuna deformazione elastica. Dunque, il nodo B si sposta per effetto della sola coppia Xl, che flette il tronco AB con curvatura costante (essendo costante il momento flettente tra le sezioni A e B).
La rotazione rigida di BC è uguale alla rotazione in B della mensola AB con coppia concentrata Xl all'estremo libero:
.
Tale rotazione imprime in C un ulteriore spostamento verticale verso l'alto:
.
In conclusione, per valutare lo spostamento verticale in C causato dalla forza concentrata X:
,
si può procedere per fasi successive. In fase 1 si valuta lo spostamento verticale di C sullo schema che si ottiene bloccando fittiziamente la rotazione e lo spostamento di B per mezzo di un incastro in B (vincolo ausiliario). In fase 2 si valuta l'ulteriore componente di spostamento verticale in C sullo schema che si ottiene applicando in B le reazioni vincolari dell'incastro fittizio di Fase 1 (reazioni d'incastro perfetto) cambiate di segno. Questo modo di procedere prende il nome di metodo dei vincoli ausiliari.